Terapie contro l’Alzheimer, speranze dagli ultrasuoni

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ALZHEIMER2L’Alzheimer ha trovato una cura efficace e a basso costo? Le speranze indicate dai risultati dello studio “Scanning ultrasound removes amyloid-β and restores memory in an Alzheimer’s disease mouse model” condotto da una coppia di ricercatori australiani della University of Queensland, sono altissime. Una sperimentazione a base di somministrazione di ultrasuoni sui topi malati ha restituito loro la maggior parte delle capacità cognitive. Insomma, la terapia non invasiva e poco costosa, priva di ricorso ai farmaci, dà speranze di disporre di una eccellente opportunità nel contrastare le forme di demenza senile, tra le quali il morbo di Alzheimer è la forma più comune, che potrebbe migliorare la qualità della vita a quasi 135 milioni di pazienti nel 2050, soglia mondiale prevista appunto per quella data.

DISGREGATE E RIASSORBITE LE PLACCHE SENILI

L’ecografia, sostengono i ricercatori, distrugge i depositi di amiloide, stimolando le cellule microgliali a riassorbirli. Questi depositi che si formano tra i neuroni, noti come “placche senili”, sono caratteristici dell’Alzheimer, anche se non è ancora noto se sono la causa o il sintomo della malattia. In tutto il mondo si stanno testando, appunto, farmaci anti-amiloide. Nel 75% degli animali trattati nel lavoro dell’University of Queensland quei depositi sono stati completamente distrutti dagli ultrasuoni senza danni – a quanto pare – alla materia cerebrale. Tre diversi test, tra i quali anche l’orientamento in un labirinto, hanno confermato che i topi trattati aveva recuperato dalla memoria.
Il professor Jürgen Götz, uno dei due ricercatori autori dello studio, accoglie la scoperta come una “svolta” nel trattamento della malattia. Ma avverte anche che il suo lavoro è ancora in fase embrionale e che saranno necessari molti anni prima di testare il trattamento sull’uomo. Tuttavia, ottimisticamente, ama immaginare il giorno in cui i pazienti guariranno da soli, a casa, con un semplice trattamento, senza alcun costo troppo per la società. Il prossimo passo è la sperimentazione sulle pecore.

Data la crescita esponenziale dell’Alzheimer, sono numerosi i centri di ricerca impegnati nella individuazione di farmaci e presidi capaci di fronteggiare la malattia. Negli Usa, presso il Wake Forest Baptist Medical Center per esempio, si sperimenta l’insulina per via nasale mentre nell’Università della California UCLA si valuta la capacità di sostanze prodotte da una una lumaca marina, l’Aplysia californica.

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