Tabacco, un manifesto per annullare il consumo

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TABACCOEradicare il consumo del fumo in Italia significherebbe “risparmiare” 70mila vite l’anno e destinare ad altre attività sanitarie oltre 21 miliardi di euro. E’ il prezzo che il nostro Paese paga all’uso del tabacco, messo nel mirino da da 24 società scientifiche di Sanità Pubblica che hanno dato vita ad un manifesto per la promozione ed il sostegno di una strategia endgame del tabagismo in Italia, IL TOBACCO ENDGAME.

 ENDGAME OVVERO FINE DI GIOCHI PER IL FUMO

Il manifesto è stato inviato l’11 dicembre alle istituzioni interessate: Ministero della Salute, dell’Economia e Finanze, dell’Agricoltura e delle Attività produttive. In quel documento vengono ricordati i gravi danni che il tabacco determina nella società: è ancora la prima causa prevenibile di morte e di malattia a livello mondiale. Il fumo provoca globalmente oltre 6 milioni di morti l’anno, è responsabile del 4% degli anni di vita persi, il 12% in Europa (Global burden of disease 2010), e di un costo economico stimato in 500 miliardi di dollari l’anno (WHO). Un fumatore costa in media 71.600 euro in più ai servizi sanitari rispetto ad un non fumatore (Ioannidis 2013).

Eppure in Italia, dopo i successi ottenuti nella lotta al fumo passivo e l’approvazione della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Framework convention on tobacco control), il trattato internazionale messo a punto dall’Organizzazione mondiale della sanità e sottoscritto da centinaia di paesi, c’è una stasi nel varo di strategie efficaci contro questo flagello. Ogni intervento efficace di lotta al tabagismo fa diminuire il consumo di sigarette fumate, e produce immediati effetti sulla salute. Ma in Italia questo comporta anche una riduzione del gettito fiscale dovuto all’accise sul tabacco.

 LE PRESSIONI ESERCITATE DALLA LOBBY DEL TABACCO

Gli operatori economici, legati alla produzione, lavorazione e distribuzione dei prodotti del tabacco, ed i centri di consulenza da essi finanziati, esercitano pressioni sui governi, sui parlamentari e sulle agenzie centrali agitando lo spettro della diminuzione delle entrate dello Stato. Si tratta di un conflitto reale fra le istanze economiche (circa 13 mld di €/anno di gettito fiscale, un giro d’affari di oltre 20 mld di €/anno, oltre a circa 200.000 occupati nel settore) e quelle di salute. Per queste ultime non esistono dati certi. Uno studio commissionato dalla Commissione Europea ha stimato che per il nostro paese nel 2007 i costi del tabacco sono stati di 21.5 mld di € (9 mlddi € di costi diretti e 12.5 mld di € di costi indiretti – Tiessen 2010) che non includono il costo “intangibile” dei circa 70.000 morti provocati dal tabacco (Gallus 2011). La politica però stenta a trovare il coraggio per promuovere politiche lungimiranti atte ad ottenere benefici essenziali per la popolazione, anche se talvolta lontani nel tempo, a costo di effetti economici, talvolta immediati.

COME ESTIRPARE QUESTA “DIPENDENZA”

Le società scientifiche e professionali di sanità pubblica italiane, che operano per migliorare la salute della popolazione, non possono però accettare questa situazione. Per questo sottoscrivono questo Manifesto che sollecita lo Stato Italiano a definire una strategia a lungo termine di “fine corsa” per il tabacco in Italia, che, a livello internazionale, è chiamata “tobacco endgame strategy” (Malone 2010).

Cosa è una strategia di endgame? La risposta è nel manifesto. “Abbiamo oggi prove scientifiche che alcuni interventi siano capaci di ridurre sostanzialmente la frequenza di fumatori: politiche di prezzo e di limitazione d’uso, informazione efficace, campagne di mass media, strategie di disassuefazione, interventi di prevenzione primaria. Una programmazione articolata e graduale della loro attuazione nel tempo può portare alla riduzione, progressiva e sostanziale, del numero di fumatori, fino ad arrivare al “fine corsa” in 20-25 anni: l’eradicazione del tabagismo, cioè una prevalenza al di sotto del 5%.Alcune nazioni hanno già elaborato proprie strategie, e anche fissato la data dell’endgame: la Nuova Zelanda e l’Irlanda nel 2025, la Scozia nel 2034, la Finlandia nel 2040. Altri stati si stanno muovendo in questa direzione comel’Australia, l’Uruguay e il Canada (Thomson 2012). Il supporto da parte dei cittadini in Italia sarà probabilmente elevato: già oggi più della metà dei cittadini italiani (57.8%), ma anche il 42% dei fumatori, sarebbe a favore di un divieto totale dell’uso di tabacco (Gallus 2014)”. Le donne sappiano, però, che uno studio scientifico indica che esiste una fase precisa del ciclo mestruale per iniziare a togliere il vizio del fumo.

 LE AZIONI EFFICACI DA INTRAPRENDERE

I sostenitori dell’endgame propongono ben undici atti da adottare per favorire l’eradicamento del fumo. Tra questi, ai primi posti, sono inclusi aumenti progressivi della tassazione, l’estensione progressiva delle aree di divieto di fumo, la riduzione progressiva del contenuto massimo di nicotina nel tabacco (Malone 2013), un programma di riconversione del settore della tabacchicoltura, l’adozione di confezioni generiche per i pacchetti di sigarettee di tabacco.

Tra le società scientifiche che hanno aderito al manifesto figurano: SIMG – Società Italiana di Medicina Generale, AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica, Legambiente, ISPO – Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, CIIP – Consulta Interassociativa Italiana della Prevenzione (rappresenta 15 associazioni scientifiche e professionali attive nel campo della prevenzione), Consulta-SCV – Consulta delle società scientifiche per la riduzione del rischio cardiovascolare (rappresenta 16 società scientifiche attive nel campo della prevenzione cardiovascolare), AIRTUM – Associazione Italiana Registri Tumori.

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