C’è una malattia che uccide un milione e mezzo di persone l’anno e che si può contrarre solo respirando. Questa patologia, la tubercolosi, costituisce ormai una minaccia che non possiamo ignorare, e il cui volto nuovo, quello della resistenza ai farmaci, è sempre più micidiale.
Come ogni anno il 24 marzo si svolge la World Tb Day, giornata mondiale contro la tubercolosi. La data del 24 marzo è stata scelta in onore del giorno in cui Robert Koch, nel 1882, annunciò a Berlino la scoperta del Mycobacterium tuberculosis, il bacillo responsabile della Tb.
IN ITALIA SEI MALATI SU DIECI SONO STRANIERI
Secondo le stime dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), 9 milioni di persone si sono ammalate di tubercolosi nel 2013 e 3 milioni non hanno ricevuto le cure necessarie. Nel 2013 sono stati segnalati in Italia 3.153 casi, dato che corrisponde a un’incidenza di 5,3/100.000 abitanti e che pone l’Italia tra i Paesi a bassa incidenza. Il 63% dei casi è stato segnalato in persone di origine straniera, collegata ai forti flussi immigratori; in questa popolazione l’età media dei casi è stata pari a 36,3 anni mentre l’età media dei casi di origine italiana è stata pari a 56,1 anni. Il 3,3% dei casi è multiresistente (Mdr-Tb) e il 9% di questi ultimi estremamente resistente ai farmaci (Xdr-Tb). I nuovi dati del rapporto del gruppo parlamentare britannico APPG sono allarmanti: nel 2050, questa nuova forma di tubercolosi da sola potrebbe uccidere quasi 2,6 milioni di persone ogni anno per un costo totale di 16,700 miliardi di dollari.
SERVONO PIU’ DI TRE MILIARDI DI EURO PER LA RICERCA
Le cifre pubblicate il 24 marzo evidenziano la portata del disastro che potrebbe svolgersi davanti ai nostri occhi se lasciamo diffondere in maniera incontrollata la tubercolosi resistente ai farmaci. Questa situazione è inaccettabile, 22 anni dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la tubercolosi “emergenza sanitaria globale”. E ‘una tragedia vedere che, dal momento di quella dichiarazione, circa 30 milioni di persone sono morte a causa di una malattia che è sia prevenibile e curabile. E, continuando sulla stressa strada, noi non la elimineremo prima di 200 anni. Quindi bisogna agire subito non solo con più ricerca, ma anche con maggiore intelligenza, per accelerare la nostra battaglia contro la tubercolosi. Il nostro futuro deve essere all’insegna dell’innovazione: aumentare le risorse per la tubercolosi attraverso nuovi strumenti e mettere in atto soluzioni innovative. Sradicare epidemia di tubercolosi globale entro il 2035 è possibile, ma c’è bisogno di investire nella ricerca, prima che sia troppo tardi. E necessario, ovviamente, accelerare gli sforzi finanziari: servono 3,2 miliardi di € per soddisfare le esigenze mondiale per la ricerca e la gestione della tubercolosi. Per trovare nuovi fondi esistono diverse soluzioni: la tassazione delle transazioni finanziarie, ad esempio, possono fornire ingenti somme di denaro per migliorare la salute e ridurre la povertà nel mondo. Questo tipo di finanziamento è anche indolore per i cittadini e permette già di raccogliere fondi considerevoli.
La tassa sui biglietti aerei, per esempio, che finanzia UNITAID (un’organizzazione per modellare il mercato per rendere i farmaci a prezzi accessibili per i paesi in via di sviluppo), è pari a solo 1,13 € a biglietto in classe economica. Con queste risorse, UNITAID è stata in grado di avviare un ampio piano di distribuzione di GeneXpert, uno strumento diagnostico rapido per la tubercolosi, diffuso in ventuno paesi. Questa macchina in grado di rilevare la tubercolosi resistente ai farmaci in due ore, consentendo a più pazienti di diagnosticare e trattare una malattia ancora mortale. UNITAID ha anche ridotto il prezzo delle cartucce utilizzate in queste macchine consentendo ai paesi che non sono ancora supportati da quell’apparecchio, come il Sud Africa, di distribuire il GeneXpert più ampiamente.
SOLO DUE FARMACI ORMAI INUTILI SCOPERTI IN 40 ANNI
Pur in presenza del fatto che ci vogliono due anni per trattare un paziente con tubercolosi resistente ai farmaci e che solo il 50% dei malati in trattamento ne escono guariti, solo due nuovi farmaci sono stati provati per il trattamento di questa malattia nel corso degli ultimi 40 anni. Insomma, tutti gli sforzi devono ancora essere fatti. Nel frattempo, gli investimenti nella ricerca farmaceutica sulla tubercolosi continuano a ridursi. E’ necessario incoraggiare i produttori di farmaci ad investire in ricerca sulla ubercolosi, prevedendo incentivi e modelli innovativi. La Medecine Patent Pool, un’iniziativa sostenuta dalle Nazioni Unite, facilita la fornitura in sub-concessione di licenze di farmaci contro l’HIV per i produttori generici. Queste forme di licenza hanno permesso alle persone che vivono con l’HIV nei paesi in via di sviluppo di beneficiare di farmaci e tecnologie a prezzi accessibili, realizzando più di 40 milioni di dollari di risparmio. Perché non adottare anche questo modello per la tubercolosi?