Saponi antibatterici, inutili e pure sospetti

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I saponi antibatterici contenenti triclosan, un prodotto controverso, non sono più efficaci del comunissimo sapone normale per disinfettare le mani “nella vita reale”, secondo uno studio pubblicato sul The Journal of Antimicrobial Chemotherapy. A dimostrazione di ciò, il team del Dr. Min-Suk Rhee di Seoul Korea University ha esaminato gli effetti del triclosan, il disinfettante più comune in saponi antibatterici, applicandolo sui batteri in due modi, in vitro ed in vivo.

LO STUDIO CONDOTTO SIA IN VITRO CHE IN VIVO

Come riferito dall’abstract “Bactericidal effects of triclosan in soap both in vitro and in vivo”, i ricercatori hanno testato questo ingrediente chimico, in primo luogo su 20 ceppi di batteri (ad esempio, E. coli, salmonella, stafilococco aureo …) e poi su un gruppo di 16 volontari adulti. Ed hanno confrontato l’efficacia dei saponi antibatterici con quelli ordinari nel liberare le mani dai microbi.
Hanno esposto i batteri al triclosan per 20 secondi a 22 ° C (temperatura ambiente di una camera) e a una temperatura più calda, ricreando le condizioni per il lavaggio delle mani nella vita quotidiana in laboratorio. Per i loro test, i ricercatori hanno utilizzato una concentrazione di triclosan allo 0,3%, “il massimo consentito nell’Unione europea, Canada, Australia, Cina e Giappone”, secondo il dottor Rhee.
Nelle prove sui volontari, invece, si è evitato l’uso di saponi antibatterici per almeno una settimana prima della prova comparativa quando si sono lavate accuratamente le mani per 30 secondi con i due tipi di sapone e risciacquate con acqua calda. La quota ed il tipo di batteri sono stati registrati sulle loro mani prima e dopo il lavaggio.
Le conclusioni sono che: “non vi è alcuna differenza significativa tra gli effetti battericidi di un sapone comune e quelli di sapone antibatterico quando si utilizzano nelle condizioni della vita reale“, come sostiene lo studio.

TRICLOSAN, UNA SOSTANZA SOTTO ESAME

Per essere più precisi, i ricercatori ammettono che il triclosan è chiaramente superiore come capacità antibatterica ma a queste basse concentrazioni solo dopo nove ore di laboratorio e non nel breve lasso di tempo speso per il lavaggio delle mani nella quotidianità . Nel fare questo gesto quotidiano, è bene ricordarsi di non sprecare l’acqua, bene prezioso nella nostra civiltà.
Triclosan è un agente antibatterico usato largamente usato in molti prodotti per l’igiene (sapone, dentifricio, deodorante …) e cosmetici. “Negli Stati Uniti milioni di consumatori utilizzano sapone antibatterico per il lavaggio delle mani o del corpo, spendendo quasi un miliardo di dollari l’anno”, annotano i ricercatori. “Si aspettano una maggiore protezione contro gli agenti infettivi patogeni rispetto a quella conferita da saponi comuni”, aggiungono gli autori specificando che molti dei produttori, a causa della controversia sui rischi per la salute e la mancanza di efficacia di triclosan, hanno ritirato i loro prodotti. E’ contenuto in 13 saponi antibatterici dei 53 studiati nel 2014 in Corea. Dopo la pubblicazione di studi che collegano il triclosan a casi di resistenza agli antibiotici e agli squilibri ormonali, le autorità sanitarie degli Stati Uniti hanno deciso di rivedere la sua sicurezza. Che potrebbe portare una volta che questo processo è completato, a limitazioni di impiego. A settembre 2016 la FDA statunitense, dopo aver valutato rischi e benefici, ha assunto QUESTA DECISIONE.

IN ITALIA DOVE SI TROVA IL TRICLOSAN?

E’ facile rinvenire questo componente soprattutto nella cosmesi: a) cosmetici anticellulite o rassodanti o per combattere le smagliature; b) detergenti come il bagnoschiuma, il detergente intimo e il dentifricio; c) cosmetici anti-età quali creme contro le rughe per esempio; d) cosmetici depigmentanti come la crema schiarente o la crema contro le macchie della pelle; e) prodotti idratanti, creme per il corpo o creme protettive; f) solari e shampoo.  Nel 2003 la CE ha varato un Regolamento (n. 1223/2003) che ne limita la concentrazione massima allo 0,3%; nei colluttori allo 0,2%.

Secondo la task force per la lotta alle infezioni antibiotico-resistenti costituita all’ospedale San Camillo di Roma, si rivelerebbe molto efficace lavare le mani con una soluzione alcolica.

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