Giunti appositamente da Napoli a Santa Marinella, in provincia di Roma, avevano raccolto in una notte 12mila ricci di mare e li stavano trasportando nel capoluogo partenopeo per immetterli nel mercato natalizio dei frutti di mare, saltando i controlli sanitari e le norme fiscali. La Guardia Costiera con la Polizia Stradale, però, li hanno bloccati, hanno sequestrato il tutto ed elevato contravvenzioni complessive per 37mila euro.
PESCA DI FRODO E TRASPORTO ILLEGALE
E’ il bilancio dell’operazione “Tallone d’Achille” condotta la notte scorsa dal personale della Capitaneria di Porto di Civitavecchia e dagli agenti della Polizia Stradale di Cerveteri – Ladispoli contro la pesca di frodo operata da soggetti provenienti da altre regioni. Dopo appostamenti in borghese, veniva accertata la presenza di pescatori subacquei nel litorale di Santa Marinella. La zona, come noto, è ricca di echinodermi e, per questo motivo, è frequentemente presa d’assalto da pescatori di frodo che nell’effettuare la pesca abusiva, deturpano i fondali marini privandoli di organismi vitali per l’equilibrio dell’ecosistema delle nostre coste.
I militari, con l’ausilio di ”auto civetta” e congiuntamente con le pattuglie della Stradale, provvedevano ad istituire un posto di blocco al casello di Torrimpietra dell’autostrada Civitavecchia-Roma, dove venivano fermate sette persone di provenienza campana presumibilmente di ritorno nella propria regione di provenienza. Ai sette pescatori di frodo venivano complessivamente sequestrati 12.000 ricci di mare e tutte le attrezzature subacquee ancora bagnate. Il personale della Guardia Costiera procedeva, contestualmente, ad elevare sette sanzioni amministrative per un totale di 25.000 euro. Inoltre, ulteriori sanzioni amministrative venivano contestate dal personale della Polizia Stradale per un totale di 12.000 euro per violazioni del Codice della Strada. L’attività operativa della Guardia Costiera si inquadra in una più ampia e complessa operazione di contrasto alla pesca illegale e verifica della filiera ittica a tutela dei consumatori e a protezione degli stock ittici.
NORME RIGOROSE PER LA RACCOLTA DEI RICCI DI MARE
Il periodo consentito per la pesca del riccio di mare è dal 1 novembre 2015 al 16 aprile 2016 ed è consentita: a) ai pescatori marittimi professionali, iscritti nel registro dei pescatori marittimi, esclusivamente dall’imbarcazione, mediante asta e specchio per ricci (cannuga) autorizzato per legge, anche con l’ausilio del coppo; b) pescatori subacquei professionali in possesso dell’autorizzazione per la pesca subacquea professionale, in apnea o con l’uso di apparecchi ausiliari per la respirazione, esclusivamente a mano o con l’ausilio di qualsiasi strumento corto adatto a staccare il riccio dal substrato; c) soggetti che esercitano la pesca sportiva o ricreativa, in apnea (senza l’uso di apparecchi ausiliari per la respirazione) e solo manualmente. Il prelievo degli esemplari di riccio di mare e lo sbarco sono consentiti esclusivamente dall’alba sino alle ore 15.00. La taglia minima di cattura è di 50 mm esclusi gli aculei. Ogni esemplare di taglia inferiore prelevato in qualsiasi circostanza, da qualunque tipologia di imbarcazione e da qualsiasi categoria autorizzata alla pesca, anche non appartenente a quella dei pescatori professionali, deve essere rigettato in mare. La raccolta del riccio di mare mediante attrezzi trainati con imbarcazione o anche a mano mediante mezzi meccanici (strumenti in ferro), compresi i rastrelli non è consentita. Il pescatore professionale subacqueo e il pescatore marittimo, se accompagnati da assistente a bordo dell’imbarcazione, può raccogliere giornalmente esemplari per 6 ceste (dimensioni: altezza 35 cm, lunghezza 60 cm, larghezza 50 cm) equivalenti, per due unità lavorative, a circa 3000 esemplari; se non è accompagnato da un assistente può raccogliere giornalmente esemplari per 3 ceste pari a circa 1500 ricci. La regione che è maggiormente all’avanguardia nelle norme di tutela dei ricci di mare e dei consumatori è la Regione Sardegna che ha precise norme che ne disciplinano la raccolta.
UN POTENTE ANTICANCEROGENO NELLE UOVA
Sotto il profilo scientifico, una ricerca condotta dall’Isa-Cnr di Avellino in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli ha dimostrato potenti proprietà anticancerogene da parte delle uova del riccio di mare che contengono in gran quantità ovotiolo. “Questa molecola protegge gli embrioni del riccio dall’azione negativa dei radicali liberi che si formano all’atto della fecondazione, ma quando viene estratta dal riccio e messa a contatto con cellule di carcinoma epatico ne inibisce la proliferazione e ne induce la morte attraverso il processo noto come autofagia”, spiegano i ricercatori dell’Isa-Cnr. Come evidenzano gli esperti del mercato ittico di Chioggia i ricci di mare sono una preziosa fonte di proteine nobili e hanno uno scarso contenuto di grassi. Contengono elevati quantitativi di sali minerali e di sostanze utilissimi per la salute umana come a esempio il fosforo e il ferro. I ricci di mare forniscono 100 kilocalorie ogni 100 grammi di parte commestibile.