Consumare regolarmente noccioline durante l’infanzia fino a 5 anni di età, ne impedisce l’allergia. Lo dimostra uno studio del Benaroya Research Institute (Seattle), sostenuto dallo statunitense National Institute of Allergy (NIAID/NIH). I loro risultati, riportati nel New England Journal of Medicine (NEJM) mostrano che questa modalità di prevenzione precoce riduce il tasso di allergia alle arachidi nei bambini dell’80% rispetto al non consumo.
UNO STUDIO SU 550 BAMBINI DURATO UN ANNO
Si tratta dell’analisi dei dati dello studio clinico Learning Early About Peanut Allergy ou LEAP-On , condotto da un consorzio di ricerca degli Stati Uniti sotto gli auspici di un team del Kings College di Londra. LEAP è il primo grande studio controllato per accertare in modo inequivocabile i benefici del consumo di arachidi precoce nella prevenzione di questa allergia. Tuttavia, LEAP non conclude sulla protezione a lungo termine, ovvero molto tempo dopo ogni cessazione di assunzione di arachidi. Negli Usa quella alle arachidi è l’allergia alimentare più diffusa e prima causa di morte per allergie alimentari: determina uno chock anafilattico che può rivelarsi, appunto, fatale. Il consumo di noccioline è molto diffuso, anche sotto forma di burro alle arachidi. In Italia le noccioline sono diffuse principalmente tra i giovani che l’accompagnano all’aperitivo o alle bevute di birra in compagnia. Peraltro, i salutisti evitano di consumare arachidi, o noccioline che dir si voglia, per il rischio di imbattersi (come dimostra QUESTA NOTIZIA) nelle contaminazioni da sterigmatocistina, metabolita delle aflatossine, genotossica cancerogena, intercettata in diversi carichi immessi sul mercato (QUI TROVI IL DETTAGLIO).
Lo studio LEAP-ON ha seguito 550 bambini, tra cui 264 consumatori di “arachidi” per un anno nel quale le hanno evitate. I contributi precedenti ed il periodo di prevenzione sono stati valutati con un questionario e confermati da misurazioni delle proteine di arachidi presenti nei campioni di polvere nei letti dei piccoli partecipanti. Lo stato di allergia è stata determinata mediante test alimentari al termine dello studio. Dopo 12 mesi di evasione dal consumo, solo il 4,8% dei consumatori è stato diagnosticato come allergico alle arachidi, rispetto al 18,6% dei bambini che non ne avevano mai mangiato prima.
Sono conclusioni “oltre le aspettative” che non solo confermano che l’uso precoce di arachidi fornisce una protezione stabile e durevole per almeno un anno, e che, più in generale, va nella direzione dell’associazione tra l’assenza totale d’esposizione ad un potenziale allergene e il rischio di allergia (vedi: ipotesi igiene). Infine, se questa protezione dopo un anno di evasione suggerisce fortemente che il consumo regolare di arachidi non è in grado di causare allergie, tuttavia, la domanda rimane per quanto riguarda la durata della protezione dopo periodi di evitamento più lunghi?
QUESTO E’ LO STUDIO prodotto in lingua inglese
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