Il solo odore del cibo ha il potere di suscitare reazioni violente nei bambini obesi. Lo rivela uno studio messicano per il quale l’evocazione olfattiva degli alimenti sarebbe in grado di attivare l’area del cervello associata con l’impulsività nei giovani obesi. Una scoperta che potrebbe aprire nuovi orizzonti nella lotta all’obesità.
IL POTERE DEGLI STIMOLI OLFATTIVI SUL CERVELLO
Negli Stati Uniti, 127 milioni di bambini sono obesi, secondo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), (in Europa superano il 30% della popolazione infantile) e quindi a maggior rischio di sviluppare in età adulta il diabete di tipo 2, l’ipertensione o le malattie cardiovascolari. Per comprendere meglio i meccanismi cerebrali coinvolti nell’accumulo del sovrappeso e, quindi, per meglio contrastare questo flagello ormai diffuso anche in Europa, un team di ricercatori dell’ospedale pediatrico Federico Gomez di Città del Messico (Messico) ha seguito 30 bambini dai 6 ai 10 anni. La metà di loro aveva un indice di massa corporea (BMI) normale (tra 19 e 24), mentre l’altra metà del gruppo è stato considerato obeso (BMI oltre 30). Ogni bambino arruolato nello studio è stato poi esposto a tre diversi campioni di odori, rispettivamente di cioccolato, di cipolla e di un odore neutro (acetone diluito con acqua). I ricercatori hanno utilizzato due diverse tecniche di risonanza magnetica (fMRI e fcMRI) per misurare l’attività cerebrale dei partecipanti mentre respiravano quegli odori.
Le immagini che sono state ottenute mostrano che, nei bambini obesi, l’area del cervello legata alla impulsività e allo sviluppo del disturbo ossessivo compulsivo è stata attivata quando gli stimoli olfattivi erano quelli alimentari. Al contrario, erano disattivate l’area del controllo delle emozioni come quelle legate al circuito di ricompensa, di organizzazione e di pianificazione. Nei bambini di peso normale, queste aree cerebrali si attivano quando sono stati stimolati dagli odori.
L’OBESITA’ E’ UNA MALATTIA NEUROLOGICA
I ricercatori hanno analogamente scoperto che nelle immagini del cervello ottenute dai bambini di BMI standard sottoposti all’odore di cipolla, è stata stabilita una connessione tra la corteccia gustativa (che si riferisce al gusto e dei sapori), e l’area del cervello legata al circuito della ricompensa. Tuttavia questo collegamento non è intervenuto quando i partecipanti obesi sono stati esposti agli stessi stimoli. Differenze di connessioni si sono notate anche tra i bambini obesi e quelli di un peso normale quando sono stati sottoposti al profumo di cioccolato. L’impulsività, piuttosto che il circuito di ricompensa o di piacere, è dunque la prima reazione in causa che è stata osservata quando i bambini obesi sono stati oggetto di diversi odori. D’altra parte, già uno studio inglese ha dimostrato che i bambini come gli adulti possono essere vittima della cosiddetta “fame nervosa”.
Gli scienziati quindi concludono che si hanno disturbi neurologici differenti nelle risposte da stimoli olfattivi derivati dal cibo. “Questo studio ci ha permesso di capire che l’obesità è una componente di disturbo neurologico e questa scoperta potrebbe influenzare il trattamento dei pazienti obesi”, spiega la dottoressa Pilar Dies Suarez, primario radiologo presso l’ospedale dei bambini di Città del Messico.
Questo studio, intitolato “Food Odors Activate Impulse Area of the Brain in Obese Children” (QUI SI PUO’ LEGGERE IN LINGUA ORIGINALE) è stato presentato al meeting annuale della Radiological Society of North America (RSNA) il 24 novembre scorso a Chicago (USA). In questo articolo, invece, i consigli degli specialisti per ridurre il rischio obesità nei nostri figli.