Cellule staminali per rigenerare il muscolo cardiaco danneggiato dall’infarto. “L’innesto sembra ben riuscito”. Il professor Philippe Henon, presidente CellProthera e direttore dell’Institut de recherche en hématologie et transplantation de Mulhouse (IRHT), sembra soddisfatto con i risultati sulla salute dei pazienti sottoposti a terapia di ricostruzione delle cellule staminali del muscolo cardiaco.
I PRIMI IMPIANTI IN FRANCIA

La start-up francese ha comunicato venerdì 27 gennaio i risultati preliminari dalla sperimentazione clinica di fase II. Sui 44 previsti, solo 4 pazienti hanno finora ricevuto il trattamento, di questi uno non è stato possibile perché il muscolo cardiaco era tanto danneggiato che il dispositivo non avrebbe funzionato. I pazienti avevano tutti sofferto di un grave attacco cardiaco, senza aver ricevuto l’impianto di uno stent, utilizzato per dilatare le arterie, che avrebbe potuto migliorare la loro condizione. “Tutto va secondo le aspettative – dice il professor Henon – anche per uno dei soggetti in studio, di età intorno agli tra 80 anni, che poteva sembrare troppo anziano per il trattamento”.
Uno studio clinico pilota, condotto 2002-2006, aveva mostrato risultati promettenti. L’iniezione intracardiaca di cellule staminali sanguigne CD34 + nel trattamento dell’infarto miocardico con prognosi infausta sembra migliorare la sopravvivenza dei pazienti trattati. Previene l’insorgenza di insufficienza cardiaca secondaria ed esclude, nelle forme più gravi, la necessità di un trapianto di cuore.
IL SEGRETO E’ IN UNA INCUBATRICE
L’idea è semplice. Si tratta di iniettare direttamente delle cellule staminali cardiache, per rigenerare i tessuti. Il processo che ha avuto inizio si basa su un dispositivo innovativo, sviluppato da start-up. E’ un particolare controller, grande come una incubatrice che mantiene le cellule staminali del paziente, prelevate da un campione di sangue semplice. È in grado di selezionarle e moltiplicarle fino ad ottenerne tra 10 e 50 milioni in nove giorni, da 200 millilitri di sangue. Vengono poi iniettate nel miocardio utilizzando un catetere. Un’operazione che richiede meno di un’ora, richiede solo l’anestesia locale, e rientra nell’ambito delle cure ambulatoriali.
Il test è condotto a Nantes, in Francia, e a Newcastle, nel Regno Unito, dove sono stati installati questi incubatori. Se le prove sul dispositivo saranno valide, il suo uso potrà essere esteso ad altri paesi entro il 2019, trai quali gli Stati Uniti e il Canada. A partire dal secondo trimestre del 2018, potrebbe già essere esteso a Singapore. Piccolo problema: i test e le macchine sono costate molto: 28, 3 milioni di euro sono stati già spesi, ma i ricercatori avrebbero bisogno di un totale di 40 milioni per raggiungere i loro obiettivi ed espandere il test. Inoltre, se l’incubatore sarà un successo, potrà essere venduto e costare fino a 25.000 euro. Un costo che potrebbe essere rapidamente redditizio. In questa fase d’avvio, si tratta di un mercato potenziale di un milione di pazienti suddivisi tra USA, Europa e Giappone: il costo per trattare le persone colpite da infarto si aggira intorno ai 50 miliardi di dollari. In Francia, 120.000 infarti del miocardio si verificano ogni anno. Anche se nove su dieci tra coloro che sono colpiti, sopravvivono, alcuni possono avere importanti conseguenze: il muscolo cardiaco può soprattutto essere particolarmente danneggiato e il rischio di insufficienza cardiaca e ictus sono da mettere in conto.
QUI IL DETTAGLIO dell’operazione CellProthera.
LA PREVENZIONE DELL’INFARTO
Il regime alimentare è particolarmente importante nella prevenzione dell’infarto, come spiega bene QUESTO ARTICOLO. A tavola si rivela particolarmente preziosa l’alleanza TRA QUESTI DUE FRUTTI. Inoltre, QUESTA RICERCA condotta su oltre seimila soggetti seguiti per 11 anni rivela i grossi benefici di una tazza di the al giorno nella prevenzione (purchè sia consumato IN QUESTO MODO) .
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