Come vedere bene al buio: con la Ce6 si entra nel mondo di Twilight

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VISUS.NOTTURNOTutti potranno diventare presto licantropi e sentirsi protagonisti della saga di Twilight. Almeno riguardo alla possibilità di vedere nel buio della notte. Per studiare e realizzare questo sogno un po’ folle, Gabriel Licina, ricercatore indipendente e co-autore di un recente studio americano, si è fatto iniettare negli occhi, sotto la supervisione di Jeffrey Tibbetts (medico specialista), una soluzione liquida contenente chlorin Ce6, una sostanza che si trova soprattutto nei pesci che vivono in acque profonde dove la luce non arriva e quindi sviluppa una potente capacità visiva.

COME I VISORI A INFRAROSSI

“Il liquido ha reso la mia visione offuscata e scura prima di dissolversi nei miei occhi”, ha detto Gabriel Licina. E la prova è stata determinante: il biochimico ha riferito di aver sperimentato la circostanza in una foresta e di notte, di essere riuscito a riconoscere le persone che si trovano a circa 50 metri di distanza. Il soggetto di controllo che non aveva assunto la Ce6 ha riconosciuto le persone mediamente nel 33% dei casi. I risultati della ricerca sono riassunti nella pubblicazione “A Review on Night Enhancement Eyedrops Using Chlorin e6”. Costretto poi a inforcare gli occhiali da sole per proteggersi dalla intensità della luce, esaltata dalla Ce6, il ricercatore ha recuperato il suo occhio alla “normalità” il giorno successivo. Secondo gli osservatori, questa esperienza, che deve essere confermata da altri test, potrebbe trovare applicazioni utili tra gli operatori delle forze di sicurezza impegnati nelle loro ricerche notturne ma i campi d’impiego potrebbero essere ulteriormente estesi. Ben altra cosa è la stravaganza piuttosto dannosa di tatuare gli occhi che si stà diffodendo nel mondo.

La Ce6 è un tetrapyrolle e ha un comportamento analogo alla clorofilla. E’ stato storicamente utilizzato come fotosensibilizzatore nella bonifica del cancro assistita dal laser. Le proprietà di amplificazione della luce della Ce6 vengono utilizzate per potenziare l’energia da una fonte di luce a bassa energia per distruggere le cellule cancerose con una precisione tale da sembrare un laser. La reazione genera radicali liberi dell’ossigeno che inducono il collasso nelle cellule tumorali.

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