L’età dello svezzamento con alimenti in cui è presente il glutine non ha nessuna influenza sulla possibilità dei bambini di sviluppare successivamente la celiachia. Lo prova lo studio “Age at Gluten Introduction and Risk of Celiac Disease” condotto dagli esperti dell’Università di Lund in Malmö, in Svezia.
Ricerche precedenti avevano suggerito che l’introduzione del glutine tra i quattro e i sei mesi potrebbe ridurre il rischio di malattia celiaca, una condizione in cui il glutine negli alimenti innesca una risposta immunitaria dannosa nel piccolo intestino. Ma in questo nuovo studio, i bambini introdotti al glutine prima di 17 settimane o dopo 26 settimane non hanno aumentato il rischio di sviluppare la malattia celiaca rispetto a coloro che sono stati introdotti alla proteina in quella fascia d’età.
UN CELIACO SU CENTO PERSONE
Carin Andrén Aronsson, autrice principale dello studio dell’Università di Lund, specifica che i genitori dovrebbero sempre seguire la raccomandazione generale per avvicinare i bambini al glutine. “Per l’Europa in ogni caso si dovrebbe introdurre il glutine in piccole quantità a quattro-sei mesi di età” sostiene. In Europa, circa una persona su 100 soffre di celiachia (i malati diagnosticati in Italia secondo QUESTA RELAZIONE sono quasi 3 su mille). Se si consumano frumento, orzo o segale, o gli alimenti che contengono quei granelli, la risposta immunitaria porta a danni intestinali, alla malnutrizione e ad altri problemi. Come riportato nella rivista Pediatrics, il gruppo di Aronsson ha utilizzato i dati di uno studio del diabete di tipo I in bambini della Svezia, Finlandia, Germania e Stati Uniti individuando 6.436 piccoli con una predisposizione genetica per la malattia celiaca. In media, i bambini svedesi sono stati introdotti al glutine a circa 22 settimane d’età. I bambini in Finlandia sono stati avviati al glutine un po’ più tardi, a 26 settimane. Quelli in Germania e negli Stati Uniti sono state introdotti al glutine anche più tardi, a circa 30 settimane, in media.
NESSUNA INFLUENZA SULLO SVILUPPO DELLA MALATTIA
Dopo cinque anni, 773 bambini hanno avuto un marker di malattia celiaca individuata tramite anticorpi transglutaminasi-tissutale tTGA nel sangue, e 307 in realtà hanno sviluppato la malattia celiaca, diagnosticata sulla base di una biopsia intestinale o di livelli costantemente elevati di tTGA. Nel complesso, i bambini con una predisposizione genetica specifica, nati in Svezia, figli con una storia familiare di malattia celiaca, avevano una maggiore probabilità di sviluppare la malattia. Dopo l’aggiustamento per i fattori, non vi era alcun nesso tra quando sono stati introdotti al glutine e il loro rischio di sviluppare la celiachia. I ricercatori hanno trovato che i bambini in Svezia hanno più probabilità di sviluppare la malattia celiaca, rispetto ai bambini negli Stati Uniti: sulla base dei risultati, gli studiosi suggeriscono che potrebbe essere dovuto ad una interazione di glutine e svezzamento, ma questo risultato ha bisogno di maggiori indagini.
ALLATTARE IL PIU’ A LUNGO POSSIBILE
Attualmente, l’American Academy of Pediatrics raccomanda che le donne alimentino esclusivamente con il loro latte i loro neonati per sei mesi dopo la nascita. Poi, dovrebbero continuare ad allattare per un anno o più introducendo altri cibi (svezzamento). In tutto il mondo, l’incidenza della celiachia è in aumento, ma i ricercatori non riescono a spiegarsi perchè, come sottolinea il dottor Peter Green, direttore del Centro Celiachia presso la Columbia University. Green specifica anche che i nuovi risultati possono probabilmente applicarsi alla popolazione generale, ma ammonisce che “non è stata studiata la popolazione in generale: questa ricerca ha coinvolto invece bambini ad alto rischio”.
LA DIETA PRIVA DI GLUTINE
Al momento non esistono cure per guarire dalla celiachia e l’unico intervento possibile per scongiurare rischi sanitari e sintomi connessi è quello di mangiare alimenti privi di glutine, cosiddetti gluten free. La diffusione della patologia (l’incidenza in Italia si avvicina al 3 per mille della popolazione tra pazienti diagnosticati e quelli che non sanno di esserne affetti) e la sensibilità (anche commerciale) verso i celiaci hanno fatto sviluppare nei produttori linee di alimenti privi di glutine complete e gustose. E’ il caso, per esempio, della linea PIACERI MEDITERRANEI della italiana Eurospital che coniuga i sapori classici con il gusto della nostra tradizione. IN QUESTO SITO è possibile non solo conoscere i prodotti freschi e da forno distribuiti ma anche attingere alle ricette classiche e a quelle più gourmet. L’azienda ha persino una sua newsletter attraverso la quale (iscrivendosi su QUESTA PAGINA) informa gli iscritti di novità ed eventi legati al mondo gluten free. Anche il sito di vendita online Amazon dedica attenzione alla celiachia proponendo una intera sezione di alimenti (i più commerciali) privi di glutine ovvero la Gluten free Amazon.