Una dieta vegetariana potrebbe ridurre il rischio di cancro del colon-retto del 20 per cento. E nei vegetariani che nella loro alimentazione inseriscono anche il pesce, la protezione aumenta ulteriormente fino a raddoppiare. Lo rivela la ricerca “Vegetarian Dietary Patterns and the Risk of Colorectal Cancers” pubblicata su Jama Internal Medicine e condotta da un gruppo di studiosi capeggiato dal dr Michael J. Orlich, assistente professore di Medicina preventiva alla Loma Linda University in California.
OLTRE 77MILA ADULTI STUDIATI PER SETTE ANNI
Il cancro colorettale è la seconda causa di morte per cancro negli Stati Uniti. “Gli sforzi di screening, tra cui la colonscopia, hanno contribuito a salvare molte vite rilevando polipi precancerosi” sottolinea il dottor Orlich. “Tuttavia, è ancora meglio evitare del tutto la formazione dei tumori, adottare cioè quella che noi chiamiamo prevenzione primaria – insiste il capo-team – la dieta è un approccio potenzialmente importante per ridurre il rischio di sviluppare il cancro del colon-retto”. “Il nuovo studio, che ha coinvolto più di 77mila adulti, ha rivelato che le persone che consumano diete sane vegetariane possono avere un rischio più basso di colon e del retto rispetto ai non-vegetariani” sintetizza Orlich. “I nostri vegetariani hanno mangiato non solo meno carne rispetto ai non-vegetariani, ma anche meno dolci, snack, cereali raffinati e bevande caloriche. E mangiavano più frutta, verdura, cereali integrali, legumi e noci”. Le principali evidenze hanno collegato il mangiare carni rosse e lavorate ad un maggiore rischio di cancro del colon-retto, e il consumo di cibi ricchi di fibre ad un più basso rischio.
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Tuttavia, il dottor Alfred Neugut, professore di epidemiologia presso la Columbia University Medical Center di New York City, chiarisce che nessuno ha identificato con certezza il motivo per cui una dieta vegetariana ridurrebbe il rischio di cancro al colon. “Non è noto se ci sia qualcosa di verdure che agisce come protezione o se qualcosa nella carne è dannoso – sottolinea – Gli studi dietetici possono mostrare solo un’associazione tra il cancro e la dieta, non un rapporto di causa-effetto. Questo è il problema riguardo agli studi sulla dieta del cancro. Non sappiamo esattamente quella che è la connessione”. Neugut aggiunge pure che una dieta vegetariana può essere un segno di altri comportamenti sani, come l’esercizio e non fumatori, abitudini che potrebbero anche ridurre il rischio di cancro. QUESTA RICERCA inglese prova che 4 tumori su 10 sono prodotti da stili di vita che possono essere corretti e tra questi un ruolo significativo è quello delle abitudini alimentari.
I MIGLIORI RISULTATI NEI PESCO-VEGETARIANI
Nella ricerca di Orlich su 77.659 uomini e donne arruolati nello studio Adventist Health 2, dopo sette anni di follow-up, sono stati identificati 380 casi di tumore del colon e 110 casi di cancro del retto. “Circa la metà della nostra popolazione in studio è stata classificata come non-vegetariani, che abbiamo definito come soggetti che mangiavano carne almeno una volta a settimana” informano i ricercatori. Gli altri partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi: semi-vegetariani (mangiavano carne meno di una volta alla settimana); pesco-vegetariani (pesce e frutti di mare, ma evitavano altre carni); latto-ovo-vegetariani (evitavano la carne, ma mangiavano le uova e/o prodotti lattiero-caseari); e vegani (evitavano tutte le carni, uova e prodotti lattiero-caseari). “Tutti i vegetariani insieme avevano in media una riduzione del 22 per cento del rischio di sviluppare il cancro del colon-retto, rispetto ai non-vegetariani,” ha spiegato Olrich. In termini di singoli tumori, si specifica che emergeva un rischio del 19 per cento più basso per il cancro del colon e un rischio del 29 per cento più basso per il cancro del retto. I pesco-vegetariani godevano di una riduzione del 43 per cento del rischio di tumori colorettali rispetto ai non-vegetariani. Per i vegani e vegetariani lacto-ovo il rischio è sceso dal 16 per cento al 18 per cento, mentre i semi-vegetariani avevano un rischio dell’8 per cento più basso, secondo i risultati dello studio.
QUI PUOI LEGGERE nella sua lingua originale lo studio oggetto di questo articolo.
IN ITALIA 430MILA DIAGNOSI L’ANNO
Secondo lo studio “I tumori in Italia – Rapporto 2014. Prevalenza e guarigione da tumore in Italia” condotto dall’Associazione Italiana Registri Tumori – AIRTUM, nel 2010 erano 353.965 gli italiani che hanno avuto una diagnosi di tumore del colon retto, sono circa 430 mila nel 2015. Oltre il 50% di essi non morirà a causa della malattia, il 40% se la malattia si è manifestata oltre i 60 anni di età. Occorreranno meno di 10 anni affinché i pazienti raggiungano un’attesa di vita simile ai non ammalati. Sono già guariti, il 30% dei pazienti maschi e il 44% delle femmine. Nelle donne, il secondo tipo di tumore più frequente (dopo quello alla mammella) è quello del colonretto(170.776 casi nel 2010;12%); anche negli uomini è la seconda localizzazione tumorale (dopo quello alla prostata e pari a quello della vescica) con una percentuale del 16% (183.188 casi nel 2010). IN QUESTO SITO tutte le statistiche legate ai tumori in Italia.
CUCINARE I LEGUMI: ECCO I CONSIGLI
Cambiare le abitudini alimentari non è mai facile. C’è però modo di farlo in allegria e con soddisfazione per il palato apprendendo ricette e piccoli segreti della cucina. Sono innumerevoli le pubblicazioni che ci insegnano a farlo. Sfizioso ed economico per un quadro generale è Un tranquillo weekend di verdura. 500 ricette facili e appetitose per cucinare ortaggi, verdure e legumi di ogni stagione. Sempre generico ma di un livello superiore si rivela “Cucinare Meglio – PASTA,RISO E LEGUMI MINESTRE E ZUPPE” mentre più specifico sulle proteine vegetali è Cucinare i legumi. Infine, per volesse fare una scelta radicale in senso veg, questo Scoprire e cucinare i prodotti bio. 50 ricette a base di tofu, tempeh, latti vegetali, miele, legumi… è un testo agile e simpatico.