
L’epidemia nasce in Francia. Dal 1° settembre, l’Istituto di sorveglianza sanitaria (VS) transalpino, infatti ha contato 25mila visite d’emergenza a livello nazionale per i piccoli sotto i due anni. E nel bollettino del 31 dicembre dell’OSCAR (Organisation de la surveillance coordonnée des urgences) si avverte che il picco non è stato raggiunto a livello nazionale. Nell’Ile–de–France, l’epidemia è più intensa che nelle precedenti due stagioni. In altre regioni, l’epidemia è ancora in ascesa.
LA SITUAZIONE A ROMA
«Se l’influenza non ci preoccupa più di tanto – dice Reale, che si aspetta il picco del malore stagionale per la fine di gennaio – anche perché stiamo vedendo che in media dura 5 giorni e si risolve senza grossissimi problemi per i piccoli, a creare più timore è proprio la bronchiolite. Si tratta di infezioni virali causate principalmente dal virus respiratorio sinciziale, che colpisce i neonati entro il primo anno di vita. Causa affanno, difficoltà a respirare, spossatezza, tanto che il bimbo a volte non riesce neanche più a nutrirsi al seno della mamma». «Nei casi più seri – spiega il primario del pronto soccorso del Bambino Gesù – in ospedale somministriamo ossigeno ai piccoli e li alimentiamo con flebo endovenosa, mentre per gli altri casi il bimbo può essere gestito a casa, seguendo le indicazioni del pediatra».
ATTENZIONE AI NATI PREMATURI
A correre i rischi maggiori sono i prematuri e i bimbi fragili, specie se di pochi mesi e di basso peso. A creare qualche difficoltà a fine anno c’è stato anche il fatto che tra il 24 e il 28 dicembre c’era una sfilza di giorni pre-festivi e festivi, «così molti neogenitori preoccupati, in assenza del pediatra di famiglia, si sono rivolti al pronto soccorso», dice Reale. Nel dubbio e in mancanza del pediatra è bene non sottovalutare i sintomi della bronchiolite, sottolinea l’esperto. «La buona notizia è che, nella maggior parte dei casi, dopo la visita e il trattamento riusciamo a rimandare a casa il baby-paziente senza necessità di ricovero».
Anche noi siamo state colpite da bronchiolite! Mia figlia maila ha compiuto due mesi in ospedale al San Camillo, ci siamo fatte tutte le feste ricoverate, lei ha avuto bisogno di flebo e anche di ossigeno, non ha voluto più il seno, fino a ieri, con l aiuto del paracezzolo e’ tornata finalmente a ciucciare.